EE 336

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[336] Ottava regola. Quando la consolazione è senza una causa, in essa non c’è inganno, perché, come si è dettoa, proviene da Dio nostro Signore; tuttavia la persona spirituale, a cui Dio dà questa consolazione, deve considerare e distinguere con molta cura e attenzioneb il tempo proprio di questa consolazione1 da quello successivo, nel quale l'anima rimane fervorosa e favorita dal dono e dalle risonanze2 della consolazione passata.

b. Spesso infatti, in questo secondo tempo, sia con un proprio ragionamento, cioè con associazioni e deduzioni di concetti e di giudizi3, sia per l'azione dello spirito buono o di quello cattivoc, la persona formula propositi o pensieri che non sono ispirati direttamente da Dio nostro Signore4;

c. perciò bisogna esaminarli molto accuratamente,d prima di dar loro pieno credito e di metterli in attoe5.

a 330b 333;  c 617a32314.  315335d 17334e 213318.

 

Anima Christi Annotazioni Titolo Presupposto
Princ. e Fond. Es. partic. Es. pensieri  Modo esame 
Confess. gen. Tre peccati Med. peccati Ripetizione
Riassunto Inferno Addizioni Il Re eterno
Incarnazione Natività Applic. sensi Premessa elez.
Due Bandiere Tre binari Tre gr. umiltà Preambolo
Considerazioni Tre tempi Per la riforma La Cena
Nota colloqui Getsemani Note III Sett. Regole vitto
App. a Maria Note IV Sett. Cont. ad am. Tre modi di or.
Misteri Regole 1a Sett. Regole 2a Sett. Regole elemos.
Regole scrupoli R. retto sentire