[15] Quindicesima annotazione. Chi dà gli esercizi non deve esortare l'esercitante alla povertà o a farne promessa piuttosto che al contrario, né deve indurlo a uno stato o a un modo di vita piuttosto che a un altro1. b. Infatti fuori degli esercizi è lecito e meritorioa esortare tutti quelli che probabilmente ne hanno le attitudini a scegliere la castità, il celibato, la vita consacrata e ogni stato di perfezione evangelicab2; c. [tamen]3 invece durante gli esercizi spirituali, nei quali si ricerca la volontà di Dioc, è più opportuno e molto meglio che sia lo stesso Creatore e Signore a comunicarsi all'anima devota, abbracciandola4 nel suo amored e alla sua lode, e disponendola alla via nella quale potrà meglio servirlo in futuro. d. Perciò chi propone gli esercizi non si avvicini né propenda all'una o all'altra parte, e. ma, stando nel mezzo, come una bilanciae, lasci che il Creatore agisca direttamente con la creatura, e la creatura con il suo Creatore e Signore5. a 14d; b 357; c 1c. 135c; d 20c. 155a. 180a. 184. 316a. 330a; e 179c. |